Storie di casa nostra
La vera storia della patata fritta
Correvano gli anni attorno al 1500, e la gente correva anche più forte per rimanere nell’anno giusto e con le persone giuste.
Chi si attardava, a volte si trovava dentro ad altre storie, già vissute, e così la gente correva, correva, correva….
Ogni tanto si vedeva qualcuno fermo seduto, ma a quei tempi,non sempre chi si fermava era perduto, a volte era solo stanco ……
E in quegli anni dove il mondo correva sì forte e il genovese Cristobal Colombo aveva casualmente incocciato contro una terra messa in mezzo al mare con le sue navi e le prospettive erano cambiate, anche nei nostri contadi succedevano vicende strane e se i grandi stati europei si contendevano quelle nuove terre piene di ricchezze , ori, spezie, frutti e animali sconosciuti, qui da noi ci si contendevano territori con guerre cruente e lunghissime.
Proprio in quegli anni c’era in atto una disputa nel contado casolano fra Ugolino de’ Cinqueforti di Montefortino e Uguccione della Faggiola di Monte Battaglia per la supremazia territoriale, e anche pochi metri di terreno conquistato sembravano distese incredibili.
In una battaglia che aveva avuto luogo pochi anni prima dove Uguccione della Faggiola aveva conquistato poche centinaia di metri fra il Cantone e il Cantoncello , l’epopea del tempo con cante, editti e poemi venne trasmessa ai posteri come la Battaglia di Mezzomondo, e il luogo prese quel nome che ancora oggi lo contraddistingue.
Ebbene in quei tempi bui, perché dalla miseria che regnava non si accendevano nemmeno le luci, e pure il sole a volte sembrava volesse risparmiare lasciando il mondo in penombra, ci furono novità portate dal Cristobal anche nei nostri Contadi, da quelle terre, incocciate in mezzo al mare.
Una di queste fu un tubero, il Solanum Tuberosum, ribattezzata subito da noi come Tartifola per la sua similitudine al tartufo anche se più grande e meno saporito.
Ebbene questo tubero, veniva usato per sfamare i contadini ma soprattutto le truppe durante i trasferimenti e le battaglie,era comoda da portare non si ammaccava facilmente, si sbucciava al momento del bisogno, si poteva portare nelle bisacce o nelle tasche si mangiava cruda, non era gustosa ma toglieva la fame.
Ordunque in questo contesto, nel nostro Contado casolano , durante un assedio portato da Uguccione della Faggiola alla fortezza di Ugolino de’ Cinqueforti accadde che dopo una giornata di tentativi di presa del castello, senza riuscirvi a causa dell’uso di un olio e grasso bollente che gli assediati usavano utilizzando gli oli e grassi esausti che recuperavano e non disperdevano nell’ambiente, ma usavano come arma semichimica nel confronto dei nemici, e dopo aver lasciato sul terreno decine di soldati, a sera il condottiero di Monte Battaglia decise di ritirarsi.
Allora dalla fortezza uscirono gli inservienti per liberare il perimetro della fortezza e depredare i nemici morti, e durante questa operazione successe una cosa incredibile tal Trapanello da Vienna di Crotone insieme a Baudolino della Frascheta e ad Amperio Scaccabarozzi detto il Ciula, mentre stavano spostando un soldato rimasto bruciato sotto la pioggia bollente riversata dagli spalti, sentirono un gradevole odore che si insinuava nelle loro narici, e allora cominciarono a cercare e trovarono nella tasca del soldato morto un tubero di Tartifola che si era fritto, allora curiosi provarono ad assaggiarla e la trovarono squisita e Trapanello da Vienna di Crotone che nella sua lunga vita di combattente aveva perso quasi tutti i denti e col vino quasi tutte le vocali e consonanti, e il suo parlare era più che altro a gesti e versi gutturali, cominciò a urlare PA..TA..TA.., PA..TA..TA, per la sua felicità e da quel giorno quel tubero prese il nome di patata e nacque la patata fritta.
Peccato che non era stata affinata bene la tecnica, perché gli anni successivi non si fecero altre battaglie per la conquista di territori o castelli ma per far si che durante gli assedi e l’uso dell’olio bollente si potessero cucinare le patate fritte, infatti venivano mandati mercenari all’assalto con tasche piene di patate…………………….poi finalmente come tutte le tecniche vennero affinate capendo che non era più indispensabile assediare fortezze per avere le patate fritte, era molto più semplice buttare nel padellone di frittura insieme alle patate il …………..cuoco di turno.
Ancora oggi Casola è famosa per i suoi mercatini delle erbe, e famosa per le sue patate fritte che in quelle serate vengono servite con quelle erbe officinali che le rendono ancora più profumate, ma rimane comunque un sapore particolare che non si riesce ad eguagliare da nessun altra parte, chissà forse sarà l’aria fina, sarà l’acqua del Senio che tante ne ha viste passare o sarà che c’è una ricerca continua di volontari per……… friggere le patate.
Tratta da ”il libellum de la vera historia de vallesenium” di Cecco De’ Crivellari