sabato 21 gennaio 2017

Bivacco al Monte Pramaggiore

Sabato 10 e domenica 11 dicembre armati di coraggio dopo esserci fatti convincere da Remo Fabbri abbiamo affrontato l'avventura di vivere una 2 giorni pernottando in un bivacco.
Partiamo da Faenza in 6 con una temperatura quasi sottozero e ci dirigiamo verso la diga del Vajont per andare verso Claut e prendere una valle laterale la Val Settimana che percorriamo per una decina di km dove parcheggiamo, La temperatura alla partenza è sottozero.
Cominciamo la salita, ed è veramente salita fin dall'inizio, siamo sulle dolomiti friulane, il sentiero si inerpica per boschi di faggio alternati a pochi pini, la salita non da tregua e noi dobbiamo guadagnare circa 1000 metri per arrivare al bivacco, il paesaggio è chiuso dagli alberi e le valli sono molto strette e non ci consentono subito di avere molta visibilità.
Poi man mano che ci alziamo cresce la temperatura e comincia a fare caldo il cielo sopra di noi ora è bellissimo, di un azzurro splendido e non c'è traccia di nuvole, mentre  da diversi giorni la Romagna era immersa nella nebbia, finalmente  si cominciano a vedere le cime delle montagne che abbiamo attorno, panorami eccezionali.
Facciamo una sosta per il pranzo e poi riprendiamo a salire con qualche fermata per riprendere fiato e fare qualche foto.
Finalmente il sentiero spiana e ci dirigiamo a destra dove in poco tempo raggiungiamo una sorgente, è quella alla quale dobbiamo rifornirci, per cui significa che il bivacco è a una vemtina di minuti, proseguiamo ancora e finalmente mentre il sentiero comincia a scendere sotto di noi si vede il bivacco Casera Pramaggiore e mentre scendiamo per raggiungerlo sopra ci domina la Cima del Pramaggiore imponente e innevata, domani è il nostro obiettivo.
Raggiunto il bivacco e tolti gli zaini comincia la preparazione per la nottata, c'è chi torna indietro con le taniche del rifugio per andare a fare acqua e chi va alla ricerca di legna e la taglia in modo da farne scorta sia per l'uso che per lasciarne in dote al bivacco , c'è chi inizia ad accendere la stufa e preparare il bivacco per la notte.
Alle 16.30 ci chiudiamo nel bivacco la temperatura scende e comincia  a fare buio.
Le ore che si vivono nel bivacco hanno una dilatazione del tempo incredibile, non passano mai, aspettare le 18 per cuocere le zuppe che ci siamo portati e mangiare ci dà l'impressione che siano passate molte ore, qui non siamo presi dalla quotidianità ma dai racconti che ci facciamo, dalle battute, dalle esperienze raccontate, la luce delle candele crea un'atmosfera diversa, qui non c'è tv, radio, i cellulari non prendono e non abbiamo nemmeno da leggere, si torna indietro di centinaia di anni , la vita ha un altra velocità.
Poi si mangia e si condivide tutto ciò che si è portato, condividere, parola che nella quotidianità e ormai caduta in disuso, parola antica che ora riprende il suo significato.
Remo si è portato appeso allo zaino un pandoro che ora riscaldiamo sulla stufa e mangiamo con avidità.
Siamo stanchi perchè oggi ci siamo alzati presto, il viaggio in macchina ,  la salita e le diverse ore di cammino ci hanno un pò stremato anche se questa esperienza ci carica, poi prima di andare a dormire usciamo e ci colpisce il silenzio assoluto che ci circonda e il buio  e la volta stellata , le stelle sono li sopra di noi, sono tante verrebbe da dire come quel famoso spot degli anni andati, milioni di milioni e sembra di poterle prendere con le mani,
Rimaniamo fuori un pò di tempo facciamo qualche foto ma più che altro osserviamo e ascoltiamo il silenzio.
Infine a dormire , cerchiamo di entrare nei sacchi a pelo non so se ci stiamo vestendo o svestendo so solo che il mio rapporto col sacco a pelo non è dei migliori , ma si riesce a dormire e a riposare,
Alle 7 di domenica mattina siamo fuori dal bivacco a vedere il sorgere del sole, poi si comicia a scaldare l'acqua per il tè e si fa colazione, siamo stati graziati la temperatura alle 7 del mattino a 1800 metri è di 4 gradi e anche nella notte non è scesa sottozero.
dopo la colazione si svuotano gli zaini, si tengono solo le cose necessarie e cominciamo la salita per la Cima Pramaggiore, la prima parte la affrontiamo su sentieri erbosi, poi mentre ci alziamo arriviamo nelle parti nevose e il ritmo cala mentre la temperatura cresce e rende la neve scivolosa e infida, prima di dirigerci alla forcella Pramaggiore e provare ad affrontare la cima ci dirigiamo su un'altra forcella  dove si aprono attorno a noi panorami stupendi.
Intanto la temperatura si è alzata e siamo attorno ai 18 gradi.
Riprendiamo a salire  e arrivati alla forcella Pramaggiore decidiamo il da farsi, anche se a malincuore abbandoniamo l'idea di affrontare gli ultimi metri di salita per arrivare in cima perchè negli ultimi metri la consistenza della neve ha reso difficoltoso arrivare fin qui e non vogliamo rischiare.
Ci godiamo però il panorama che si vede da qui, ce ne riempiamo gli occhi prima di cominciare a scendere.
Iniziamo la discesa fino al bivacco, dove mangiamo, poi riprepariamo gli zaini, puliamo torniamo a prendere l'acqua da lasciare nelle taniche e cominciamo a scendere dopo  gli oltre 400 metri fatti dalla forcella al rifugio ora ci attendono un altro migliaio di metri che affrontiamo per un sentiero in direttissima, su discese ripide in boschi molto belli camminando su un letto di foglie, e man mano che scendiamo scende anche la temperatura fino che arriviamo alla macchina e la temperatura è sullo zero.
Ora ci attende il viaggio in macchina, qualche ora per condividere i ricordi , le emozioni e le esperienze di questa 2 giorni.
E' stata un 'esperienza incredibile .


arrivo 
comincia la salita




 



 



 



 



 



 



 



 



 



 


 



 


casera Pramaggiore

 




vita di bivacco



si fa legna per la notte
 


si scalda il pandoro sulla stufa

 


splendida notte stellata

 



 


 



sopra vita in bivacco
cima del Pramaggiore
 



 


 



 





 




 



 



 




 



 




 



 



 






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